In un impianto di riscaldamento, la temperatura dell’acqua rappresenta forse l’elemento di maggiore importanza, perché in grado di assicurare comfort e benessere in casa, controllare i consumi, diminuire l’inquinamento e contenere i costi.

Per i motivi appena osservati, non bisognerà sbagliare la scelta della temperatura dell’acqua: dovrà essere adeguata al proprio impianto ed alle proprie necessità, mantenendo sempre un certo equilibrio.

In questo articolo vedremo alcune linee guida generali che potranno aiutare gli utenti a determinare la temperatura dell’acqua più adatta al proprio sistema di riscaldamento.

  • Caldaie a condensazione: funzionano in modo più efficiente quando l’acqua di ritorno (che torna alla caldaia dopo aver ceduto calore agli impianti) è ad una temperatura più bassa, tipicamente intorno ai 55-60 gradi. Questo consente alla caldaia di sfruttare al massimo il recupero di calore dai gas di scarico. Tuttavia, l’acqua di mandata (che va agli impianti di riscaldamento) può essere leggermente più calda, a circa 70 gradi , per garantire una temperatura piu confortevole negli ambienti.
  • Caldaie tradizionali: se il sistema di riscaldamento utilizza radiatori tradizionali, la temperatura dell’acqua di mandata può essere leggermente più elevata, spesso intorno ai 60 gradi. Questo perché i radiatori richiedono una temperatura più alta per trasferire efficacemente il calore agli ambienti.
  • Pavimento radiante: in presenza  di un sistema di riscaldamento a pavimento radiante, la temperatura dell’acqua di mandata sarà generalmente più bassa, di solito intorno ai 40-50 gradi. Il pavimento radiante è molto efficiente a temperature più basse ed offre un comfort piuttosto uniforme nei vari ambienti.

Alcuni consigli di carattere generico:

Per massimizzare la resa dell’impianto e generare benefici, ecco alcuni utili suggerimenti.

Partiamo dal risparmio energetico. Per centrare questo obiettivo, ridurre la temperatura dell’acqua quando non si ha necessità di calore intenso tornerà sicuramente utile. Ad esempio, di notte o quando non sono presenti altre persone in casa.

In secondo luogo, il bilanciamento del sistema, fondamentale per garantire un afflusso uniforme dell’acqua verso radiatori e/o circuiti.

Per questo, ricordate di regolare le valvole e le pompe per ottenere una distrubuzione uniforme del calore.

Infine, prendete in considerazione la cosiddetta regolazione personalizzata della temperatura dell’acqua, da stabilire in base ad orari e preferenze dell’utente.

In questo senso, si consiglia l’installazione dei termostati smart: sono dei dispositivi  avanzati che consentono di controllare e regolare il sistema di riscaldamento in modo intelligente e conveniente.

Le principali caratteristiche prevedono il controllo remoto (la possibilità di controllare il sistema di riscaldamento quando non ci si trova fisicamente in casa tramite un’applicazione da scaricare nel proprio smartphone), la programmazione flessibile (consentono la creazione di programmi personalizzati per il riscaldamento, che possono prevedere l’accensione e lo spegnimento dell’impianto ad orari specifici), l’adattamento intelligente (funzioni di apprendimento automatico che si adattano alle proprie preferenze nel tempo: se l’utente preferisce una temperatura notturna più bassa, il termostato imparera questa preferenza e regolerà la temperatura di conseguenza) e la presenza di sensori (sia di temperatura che di rilevamento della presenza umana, aiutano il termostato nella regolazione della temperatura in base alle condizioni ambientali ed all’occupazione umana della stanza).

Tra le altre, i termostati smart prevedono una serie di funzioni extra, come il monitoraggio dei consumi, la compatibilità con assistenti vocali come Alexa o Google Assistant e l’integrazione con altri dispositivi smart presenti all’interno dell’abitazione.



Le caldaie a condensazione rappresentano il presente ed il futuro del riscaldamento domestico, in quanto impianti capaci di aumentare l’efficienza energetica (diminuendo gli sprechi), di abbassare le emissioni inquinanti e che permettono un grande risparmio economico in bolletta (a meno consumi corrispondono meno costi), e pian piano stanno sostituendo le tradizionali caldaie a camera aperta ed a camera stagna.

Per via di una diversa natura strutturale, la quale permette la realizzazione dei benefici visti in precedenza, le caldaie a condensazione hanno bisogno di una canna fumaria e di un sistema di scarico dei fumi differenti rispetti agli impianti classici: infatti, la tecnologia a condensazione permette il recupero di buona parte dell’energia termica prodotta dai fumi di combustione dello scambiatore primario e dall’acqua calda sanitaria prodotta dall’impianto, trasformando il tutto in vapore acqueo capace di generare ulteriore energia.

Proprio il recupero dell’energia termica costituisce la differenza più rilevante con gli altri sistemi, al punto che una canna fumaria diversa serve appunto per questo motivo: i fumi generati dalla tecnologia a condensazione danno vita ad una condensa acida che bagna le pareti interne della canna fumaria, la quale dovrà essere adeguatamente attrezzata.

La normativa di riferimento

A tal proposito, esiste una normativa a riguardo, la UNI 7129/2015, che regolamenta l’installazione di una canna fumaria per caldaie a condensazione.

Vediamo il primo requisito necessario: il materiale di costruzione.

Una canna fumaria per caldaia a condensazione deve essere realizzata con materiali resistenti alla corrosione, come l’acciaio inox o l’acciaio inossidabile duplex: in questo modo, sara possibile prevenire i danni causati dallo scarico degli acidi prodotti dalla condensazione (Infiltrazioni e macchie sui muri e le pareti).

La canna fumaria dovrà poi possedere un adeguato isolamento termico: un alto livello di impermeabilizzazione consente di evitare la dispersione del calore e promuove un miglior rendimento energetico della caldaia.

Diametro e altezza

Altri elementi di primaria importanza riguardano diametro ed altezza

Entrambi dipenderanno dalla potenza nominale della caldaia e dalle normative vigenti, anche se generalmente le caldaie a condensazione richiedono una canna fumaria di diametro maggiore rispetto alle caldaie tradizionali, per garantire una corretta evacuazione dei gas di scarico.

Nel caso in cui si acquisti una caldaia a condensazione in sostituzione di una a camera aperta o a camera stagna, sarà necessario effettuare un controllo per determinare la situazione e stabilire se la canna fumaria e lo scarico abbiano i requisiti necessari per la tecnologia a condensazione.

Per quanto riguarda la direzione dello sfiato della caldaia, questo può essere sia orizzontale che verticale (dipenderà dalle circostanze e dalle normative vigenti) anche se quest’ultimo è spesso preferibile, poiché migliora la tiratura e limita i problemi di condensa nei tratti orizzontali.

Il sistema di scarico dei condotti

Il sistema di scarico dei condotti di una caldaia a condensazione, al pari della canna fumaria, richiede dei particolari accorgimenti, visto che deve raccogliere la condensa prodotta e dirigerla in modo sicuro verso il sistema di drenaggio.

Questo passaggio è molto importante, in quanto se ben eseguito evita la formazione di danni alla canna fumaria stessa ed impedisce che la condensa entri in contatto con materiali non compatibili.

Un corretto funzionamento dell’impianto dovrebbe sempre prevedere una buona ventilazione, che possa garantire un flusso d’aria sufficiente per la combustione e l’evacuazione dei gas di scarico, ed una regolare manutenzione, in grado di garantire l’efficienza generale del sistema nel corso del tempo.

 

Tutti noi abbiamo sperimentato inconvenienti con la nostra caldaia, ed è un vero dramma trovarsi senza calore o acqua calda per fare la doccia, soprattutto durante i mesi invernali o quando abbiamo dei bambini in casa. Anche le caldaie più moderne, come le caldaie a condensazione, possono incappare in blocchi, funzionare in modo irregolare o causare perdite d’acqua.

Il funzionamento delle caldaie è piuttosto complesso e spesso richiede l’intervento di un professionista specializzato. Tuttavia, è sempre una buona idea conoscere i malfunzionamenti più comuni e provare a risolverli da soli prima di chiamare un tecnico esperto, ricordandoci sempre che per avere una caldaia sempre funzionante è importante eseguire una manutenzione periodica.

Andiamo quindi a esaminare le cause dei problemi più frequenti che possono verificarsi con le caldaie a gas e come affrontarli prima di richiedere l’aiuto di un professionista competente.

Cosa fare se la caldaia si surriscalda

Un segnale di guasto comune è il surriscaldamento della caldaia. Potresti notare che la temperatura dell’acqua raggiunge livelli molto elevati o che il dispositivo si spegne improvvisamente. Se avverti un odore di bruciato intenso proveniente dalla caldaia o noti la presenza di fumo, è probabile che ci sia un problema di surriscaldamento. In tal caso, è importante agire prontamente.

  • Spegni immediatamente la caldaia e interrompi l’approvvigionamento di gas o energia elettrica ad essa.
  • Contatta un tecnico specializzato in riparazioni di caldaie per una valutazione e una riparazione professionale.
  • Evita di tentare di risolvere il problema da solo, in quanto potrebbe essere pericoloso e potrebbe causare ulteriori danni.

Cosa fare se la caldaia perde acqua

Le perdite d’acqua intorno alla caldaia sono un segnale di guasto da non sottovalutare. Potresti notare gocce d’acqua provenienti dalla caldaia o la formazione di macchie umide sul pavimento. Le perdite d’acqua possono essere causate da guarnizioni difettose, valvole rotte o da un problema più grave all’interno del sistema. Ecco come agire.

  • Chiudi immediatamente l’approvvigionamento di gas o energia elettrica alla caldaia.
  • Contatta un tecnico specializzato per ispezionare e riparare la caldaia.
  • Nel frattempo, puoi posizionare un secchio o un asciugamano sotto la perdita per raccogliere l’acqua e prevenire danni ulteriori.

Cosa fare se la caldaia emette rumori insoliti

Se la tua caldaia emette rumori insoliti come fischi, rumori di gorgoglio o colpi, potrebbe indicare un problema interno. Questi suoni possono essere causati da depositi di calcare, aria intrappolata o componenti danneggiati. 

  • Contatta un tecnico specializzato per esaminare la caldaia e determinare la causa dei rumori.
  • Non tentare di aprire o riparare la caldaia da solo, poiché potrebbe essere pericoloso e invalidare la garanzia del produttore.
  • Segui le istruzioni del tecnico per la manutenzione o la riparazione necessaria.

Se il termostato non funziona

Se la temperatura casalinga non si mantiene costante nonostante le impostazioni del termostato, potrebbe esserci un guasto al termostato o ai sensori di temperatura della caldaia.

Sarà quindi necessario verificare che il termostato sia impostato correttamente e che le batterie siano cariche, e se il problema persiste, contatta un tecnico specializzato per una diagnosi e una riparazione del termostato o dei sensori di temperatura.

Riconoscere i segnali di guasto della caldaia è cruciale per garantire un funzionamento sicuro ed efficiente del sistema di riscaldamento. In caso di surriscaldamento, perdite d’acqua, rumori anomali o malfunzionamenti del termostato, è fondamentale agire prontamente e contattare un tecnico specializzato per una corretta valutazione e riparazione. Ricorda sempre di prioritizzare la tua sicurezza e di evitare di tentare riparazioni fai-da-te che potrebbero causare danni maggiori o lesioni.

 

Gli scaldabagni a camera aperta appartengono alla famiglia dei dispositivi energetici a bassa potenza, e a differenza degli scaldabagni elettrici, utilizzano il metano o il GPL per scaldare l’acqua ed assicurare una produzione istantanea di acqua calda sanitaria.

Lo scaldabagno a gas non deve essere confuso con la caldaia: se il primo ha come unico scopo la produzione di acqua calda sanitaria, la seconda svolge un’azione duplice, non limitandosi al solo riscaldamento dell’acqua ma occupandosi anche dell’alimentazione del sistema di riscaldamento.

La gamma di scaldabagni a gas presenti sul mercato è piuttosto variegata, e presenta principalmente due distinte tipologie:

  • Scaldabagno a gas istantaneo – Il modello più diffuso, garantisce consumi ridotti e si pone come ottima alternativa ai sistemi elettrici.  Può avviare ed arrestare la produzione di acqua calda sanitaria, quindi il riscaldamento dell’acqua avviene e si conclude in sincronia con l’apertura e chiusura del rubinetto.
  • Scaldabagno a gas ad accumulo – Ideale in presenza di più persone all’interno dell’ambiente domestico, questo modello presenta un serbatoio dove l’acqua viene riscaldata e mantenuta alla temperatura desiderata, assicurando quindi un’emissione costante di acqua calda.

Inoltre, gli scaldabagni elettrici possono differire per il tipo di camera di combustione (il vano situato tra il bruciatore e lo scambiatore di calore, dove si realizza la miscelazione tra aria e gas) in dotazione, ed essere quindi a camera stagna o a camera aperta

La differenza principale risiede nel funzionamento, ed in particolare nelle modalità di prelievo dell’aria e nel sistema che si occupa del tiraggio.

Uno scaldabagno a camera stagna preleva l’aria dall’esterno tramite un sistema di tiraggio forzato e presenta un vano combustione a chiusura ermetica, che riduce il rischio di dispersione di monossido di carbonio nell’aria. I fumi vengono poi espulsi grazie ad un sistema di ventilazione. Questi modelli possono essere installati anche all’interno della casa, in ambienti quali cucina e bagno.

Uno scaldabagno a camera aperta preleva l’aria comburente dall’ambiente circostante tramite un tiraggio naturale e la miscela con il gas per ottenere e realizzare la combustione necessaria alla produzione di energia per scaldare l’acqua. I fumi vengono espulsi verso l’esterno tramite il tubo di scarico e per questo non è possibile installarli in ambienti chiusi, visto che la camera di combustione non presenta una chiusura ermetica ed i fumi di scarico potrebbero per questo disperdersi. L’installazione dovrà per questo avvenire all’esterno, in ambienti quali terrazzi, balconi o giardini.

Gli scaldabagni a camera aperta sono più economici di quelli a camera stagna (presentano costi minori di installazione e manutenzione) e non hanno bisogno di altre strutture per funzionare (quelli a camera stagna, per essere installati internamente, dovranno presentare un sistema di tubi che possa espellere i fumi all’esterno).

 

L’efficienza della caldaia ha un impatto diretto su quella che è l’economia complessiva non solo dell’impianto ma anche dell’intero ambiente domestico.

Una caldaia performante può infatti garantire il corretto riscaldamento di tutte le zone che compongono l’abitazione, oltre a determinare un risparmio energetico superiore rispetto ad apparecchi con prestazioni meno elevate.

Il rendimento della caldaia rappresenta uno dei parametri più importanti da considerare, soprattutto nel caso in cui se ne voglia acquistare una nuova.

Ma cosa si intende con il termine “rendimento” riferito alla caldaia? In questo articolo osserveremo cosa significa e cosa rappresenta questo valore, spiegando come calcolarlo e perché una caldaia ad alto rendimento sia assolutamente preferibile ad una dal rendimento inferiore.

Rendimento della caldaia: cosa significa e come si calcola

Quando si parla di rendimento della caldaia bisogna operare una distinzione:

  • Rendimento di combustione – Misura la carburazione di un generatore di calore, e rappresenta un parametro fondamentale, visto che una buona carburazione è fondamentale per ottenere bassi consumi. Gli elementi da misurare sono 5: Tf (temperatura dei fumi), Ta (temperatura dell’aria comburente), O2 (ossigeno misurato), CO (monossido di carbonio) ed indice di fumosità.

La formula per calcolare il rendimento di combustione  è la seguente: Rendimento di combustione = 100 – (Tf – Ta) x A1/ (21 – O2) +B , dove A1 e B rappresentano le costanti dipendenti dal combustibile.

Nelle caldaie a condensazione bisognerà tener presente anche l’incremento di rendimento legato alla tecnologia a condensazione.

  • Rendimento termico – Altro non è che il rapporto tra la potenza termica utile e la potenza termica del focolare. In altri termini, il rendimento termico di una caldaia è determinato dal rapporto tra il calore che viene prodotto per generare la combustione ed il calore destinato al fluido termovettore. La restante parte di calore viene infine espulsa all’esterno mediante l’azione della caldaia, assumendo la forma di gas e fumi caldi.

La procedura per effettuare le prove di combustione e misurare il rendimento di impianti con potenza termica superiore a 4 kW è descritta dalla norma UNI 10389

Ovviamente, operare calcoli e formule in autonomia risulta complesso e poco pratico, e per avere un ‘idea del rendimento della propria caldaia bisognerà consultare il libretto delle istruzioni fornito dal produttore ed osservare l’etichetta con la classe energetica relativa all’impianto.

Una caldaia di classe A o superiore possiede un’efficienza elevata e può garantire alti standard qualitativi.

Revisione e manutenzione della caldaia

Per avere una caldaia sempre ai massimi livelli prestazionali, ed anche per garantire la sicurezza dell’impianto, sarà necessario effettuare dei controlli periodici.

La revisione della caldaia deve essere eseguita almeno una volta all’anno da un tecnico abilitato, il quale potrà poi rilasciare una dichiarazione di conformità dell’impianto, il cosiddetto bollino blu, in grado di accertarne la sicurezza ed il corretto funzionamento.

La verifica del rendimento di combustione andrà invece eseguito ogni due anni.

Per quanto riguarda la manutenzione, bisognerà affidarsi alle indicazioni presenti nel libretto di istruzioni. Le parti solitamente più soggette ad usura sono gli ugelli gas, i ventilatori, il vano di combustione, gli elettrodi, i pressostati e le guarnizioni.

La manutenzione della caldaia può essere svolta in autonomia, ma è preferibile affidarsi ad un tecnico anche in questo caso.

Grazie ad una manutenzione costante si potrà garantire lunga vita al proprio impianto, mantenendo prestazioni e consumi su buoni livelli.

Il prezzo dell’energia elettrica per il cliente domestico italiano è più che raddoppiato nell’ultimo anno, registrando un aumento del 129% nel primo trimestre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021 (dati ARERA). Si tratta di una crescita esponenziale, con un impatto rilevante sul portafoglio delle famiglie. Per questo motivo è sempre più necessario promuovere l’autoconsumo e diffondere capillarmente gli impianti fotovoltaici domestici.

Quindi se ne fa un gran parlare, ma non tutti conoscono esattamente come funzionano i pannelli solari fotovoltaici e non tutti sanno quanto realmente convengono.

I pannelli solari trasformano la luce solare in elettricità utilizzabile, e in questo articolo andremo a vedere insieme esattamente qual è la scienza che si nasconde dietro il solare. 

Può sembrare complicato, ma tutto si riduce all’effetto fotovoltaico, ovvero la capacità della materia di emettere elettroni quando è immersa nella luce.

Quali sono le fasi della generazione e della trasmissione di energia solare

  1. La luce solare colpisce i pannelli solari e crea un campo elettrico.
  2. L’elettricità generata scorre fino al bordo del pannello e in un filo conduttivo.
  3. Il filo conduttivo porta l’elettricità all’inverter, dove viene trasformata da corrente continua in corrente alternata, utilizzata per alimentare gli edifici.
  4. Un altro filo trasporta l’elettricità CA dall’inverter al quadro elettrico della proprietà (chiamato anche interruttore elettrico), che distribuisce l’elettricità in tutto l’edificio secondo necessità.

L’elettricità non necessaria alla generazione fluisce attraverso il contatore dell’utenza e nella rete elettrica dell’utenza. Mentre l’elettricità scorre attraverso il contatore, fa sì che il contatore funzioni all’indietro, accreditando la proprietà per la produzione in eccesso.

Ora che abbiamo un’idea di base della generazione e del flusso di elettricità solare, diamo un’occhiata più approfondita alla scienza che sta alla base del pannello solare fotovoltaico.

I pannelli solari fotovoltaici sono costituiti da molte piccole celle fotovoltaiche: ovvero celle che possono convertire la luce solare in elettricità. Queste celle sono fatte di materiali semiconduttori, il più delle volte silicio, un materiale che può condurre elettricità mantenendo lo squilibrio elettrico necessario per creare un campo elettrico.

Come funzionano i pannelli solari

Quando la luce solare colpisce il semiconduttore nella cella solare fotovoltaica, l’energia della luce, sotto forma di fotoni, viene assorbita, liberando un certo numero di elettroni, che poi si spostano liberamente nella cella. 

La cella solare è specificamente progettata con semiconduttori caricati positivamente e negativamente inseriti a sandwich insieme per creare un campo elettrico. Questo campo elettrico costringe gli elettroni alla deriva a fluire in una certa direzione, verso le piastre metalliche conduttive che rivestono la cella. Questo flusso è noto come corrente di energia e la forza della corrente determina quanta elettricità può produrre ciascuna cella. Una volta che gli elettroni sciolti colpiscono le piastre di metallo, la corrente viene quindi diretta nei fili.

Poiché il pannello solare genera una corrente elettrica, l’energia scorre attraverso una serie di fili verso un inverter. Mentre i pannelli solari generano elettricità a corrente continua (CC), la maggior parte dei consumatori di elettricità ha bisogno di elettricità a corrente alternata (CA) per alimentare i propri edifici. La funzione dell’inverter è quella di trasformare l’elettricità da CC a CA, rendendola accessibile per l’uso quotidiano.

Dopo che l’elettricità è stata trasformata in uno stato utilizzabile (alimentazione CA), viene inviata dall’inverter al quadro elettrico e distribuita in tutto l’edificio secondo necessità. L’elettricità è ora prontamente disponibile per alimentare luci, elettrodomestici e altri dispositivi elettrici con l’energia solare.

 

Riscaldare le nostre case in modo efficiente è qualcosa con cui tutti dobbiamo fare i conti.

Le caldaie a condensazione, in particolare, sono state progettate per riscaldare sia la casa che l’acqua nel modo più efficiente possibile.

Ma cos’è una caldaia a condensazione e che differenza c’è con le caldaie tradizionali?

Questo articolo vi guiderà a comprendere il funzionamento di una caldaia a condensazione e vi spiegherà perché sono la scelta più attenta alle esigenze delle vostre case e dell’ambiente. 

Come funziona una caldaia a condensazione

Una caldaia a condensazione funziona a gas ed è stata progettata per migliorare l’efficienza energetica. Ciò avviene convertendo la condensazione del vapore acqueo in calore; infatti questo tipo di caldaia è in grado di recuperare parte del calore perso dai gas di scarico. 

La differenza tra una caldaia a condensazione e una non a condensazione è la quantità di calore utilizzabile che produce, oltre al fatto che possono raggiungere un’efficienza energetica superiore al 90%.

La caldaia utilizzerà il gas come combustibile, che inizierà a bruciare quando verrà accesa. In questo modo, immetterà il calore dal bruciatore in uno scambiatore di calore primario. L’aria calda viaggerà attraverso lo scambiatore di calore, verrà mantenuta lì il più a lungo possibile per aumentare la temperatura. Quindi porterà questo calore al sistema di riscaldamento (termosifoni).

La grande differenza con le altre caldaie risiede nella dispersione di calore: le caldaie tradizionali infatti disperdono buona parte dell’energia termica prodotta tramite la combustione dei gas, mentre le caldaie a condensazione utilizzano questa energia termica che altrimenti andrebbe completamente persa. 

A che temperatura deve essere impostata una caldaia a condensazione?

Se una caldaia a condensazione è impostata sulla temperatura sbagliata, non sarà efficiente come potrebbe essere. Lo scopo fondamentale di una caldaia a condensazione è garantire risparmio di energia e calore, quindi assicurarsi che sia alla temperatura perfetta è un must.

La temperatura chiave per il riscaldamento centralizzato dovrebbe essere di circa 70°C e per l’acqua calda dovrebbe essere impostata su circa 60°C.

Quali sono i vantaggi di una caldaia a condensazione?

Una caldaia a condensazione offre tutta una serie di vantaggi rispetto alle vecchie caldaie. Come abbiamo già accennato in dettaglio, esiste un tasso di efficienza energetica superiore al 90%, quindi immediatamente questo si distingue come un enorme vantaggio. 

Ecco altri motivi per cui una caldaia a condensazione è la soluzione giusta per le vostre unità abitative:

  • Risparmio economico: le bollette energetiche saranno inferiori grazie all’energia e al calore risparmiati e riciclati.
  • Risparmio di spazio: la caldaia a condensazione può essere facilmente nascosta e non occuperà troppo spazio.
  • Riduzione dell’impronta di carbonio: ancora una volta, il tasso di efficienza del 90% ridurrà la vostra impronta di carbonio sul pianeta. 

Le caldaie a condensazione sono sicure e affidabili?

Tutte le caldaie a condensazione messe in commercio sono state sottoposte a controlli di sicurezza approfonditi per assicurarsi che fossero idonee all’installazione. Anzi, le caldaie a condensazione sono più sicure in quanto sono completamente sigillate per l’isolamento termico. Inoltre, non vi è alcun rischio di entrare a contatto con sostanze o gas tossici in quanto tutto viene smaltito in sicurezza attraverso il sistema di scarico e scarico fumi esterno.

Tutti i componenti delle caldaie a condensazione oggigiorno sono affidabili quanto le caldaie standard, forse anche di più. Sono anche completamente efficienti in ogni momento del funzionamento.

Casamiacaldaie è una società con sede a Roma, nata con il preciso fine di offrire alla propria clientela un servizio di vendita, assistenza, installazione e manutenzione di caldaie a condensazione. 

 

La direttiva europea per la riqualificazione energetica degli edifici ha proposto di eliminare i sussidi per l’installazione di caldaie a gas entro il 2027 e invita gli Stati a pianificare lo stop all’uso di combustibili fossili per il riscaldamento entro il 2040.

La direttiva per le caldaie a Gas

Il 15 dicembre 2021 la Commissione Europea ha presentato a Bruxelles le sue proposte legislative dedicate all’efficienza energetica nell’edilizia pubblica e privata. L’obiettivo è quindi quello di ridurre le emissioni nocive. Il pacchetto fa parte della politica ambientale “Fit for 55” che punta alla riduzione della CO2 del 55% rispetto al 1990 entro il 2030.

La direttiva è necessaria per aiutare gli Stati membri a raggiungere la quota di energie rinnovabili del 49% entro il 2030, quota stabilita nella direttiva sulle energie rinnovabili.

La proposta della Commissione, se adottata dagli Stati membri dell’UE e dal Parlamento europeo, richiederebbe ai nuovi edifici di eliminare le emissioni di carbonio a partire dal 2030, con una scadenza anticipata al 2027 per i nuovi edifici pubblici.

Questa proposta faciliterà la ristrutturazione di case, scuole, ospedali, uffici e altri edifici in tutta Europa per ridurre emissioni di gas serra e bollette energetiche, migliorando la qualità della vita di milioni di europei.

Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, ha dichiarato: 

“Incentivare la ristrutturazione di case e altri edifici sostiene la ripresa economica e crea nuove opportunità di lavoro. Inoltre, la ristrutturazione energetica porta a ridurre le bollette energetiche e alla fine gli investimenti si ripagano da soli. Fornendo sostegno finanziario per il necessario investimento iniziale, la proposta odierna sulla prestazione energetica degli edifici mira a incrementare il tasso di rinnovamento energetico in tutta l’UE. La sua attenzione agli edifici con le prestazioni peggiori dà la priorità alle ristrutturazioni più convenienti e aiuta a combattere la povertà energetica.”

Il commissario per l’Energia, Kadri Simson, ha dichiarato inoltre che gli edifici sono il più grande consumatore di energia in Europa, utilizzano il 40% della nostra energia e creano il 36% delle nostre emissioni di gas serra. 

Questo perché la maggior parte degli edifici non sono efficienti dal punto di vista energetico e sono ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. 

Dobbiamo fare qualcosa con urgenza, poiché oltre l’85% degli edifici odierni sarà ancora in piedi nel 2050, quando l’Europa dovrà essere climaticamente neutra. 

Migliorare le nostre case è anche una risposta efficace ai prezzi elevati e sempre più in aumento dell’energia: gli edifici con le prestazioni peggiori nell’UE consumano molte volte più energia di quelli nuovi o adeguatamente ristrutturati. E spesso sono i più vulnerabili, le persone che hanno meno risorse quelle che vivono in case meno efficienti e quindi faticano a pagare i conti. 

La ristrutturazione riduce sia l’impronta energetica degli edifici che i costi energetici per le famiglie, stimolando anche l’attività economica e la creazione di posti di lavoro.

Nuovi standard minimi

Le nuove proposte introducono diversi standard minimi. L’obiettivo è quello di migliorare l’efficienza energetica degli edifici, e a questo proposito, la Commissione Europea, propone che il 15% del patrimonio edilizio pubblico di un paese con l’efficienza energetica più bassa (G) passi alla classe superiore (F) entro il 2027 per raggiungere la classe E entro il 2030. Per gli edifici residenziali le date slittano di 3 anni:

  • classe F entro il 2030;
  • classe E entro il 2033.

Questa attenzione iniziale sugli edifici con le prestazioni più basse soddisfa il duplice obiettivo di massimizzare il potenziale di decarbonizzazione e di alleviare la povertà energetica.

Cosa possiamo fare noi? 

L’Italia ha previsto tutta una serie di bonus che potrete utilizzare per aumentare l’efficientamento energetico della vostra abitazione. 

I bonus corrispondono ad alcune agevolazioni fiscali accessibili da parte di tutti quei cittadini che decidono di sostituire la vecchia caldaia con una più efficiente, e che garantisce un risparmio energetico. L’agevolazione viene applicata con diverse percentuali, in base alla tipologia di lavoro effettuato:

  1. Agevolazione al 50% delle spese: nel caso di installazione di una nuova caldaia (senza valvole) di classe A;
  2. Agevolazione al 65% delle spese: nel caso di installazione di una nuova caldaia di classe A o superiore, con l’applicazione di valvole per il controllo del riscaldamento;
  3. Agevolazione al 110% delle spese: nel caso in cui il lavoro di sostituzione della caldaia rientri in uno dei lavori previsti per il Super Bonus 110%.

La pulizia dell’impianto di riscaldamento, intesa come la rimozione di tutte quelle sostanze ostruenti che con il tempo si creano e depositano all’interno dell’impianto stesso, permette di migliorarne l’efficienza ed il rendimento termico, oltre a preservare i materiali che lo compongono dal processo di decadimento.

Il funzionamento di un impianto di riscaldamento è determinato dallo scambio di acqua che intercorre tra caldaia e termosifoni. L’acqua circola in un impianto chiuso, senza interruzione, e può quindi essere vecchia anche di 20 o 30 anni.

Nel corso del tempo, l’acqua potrebbe agire negativamente sia sulla caldaia che sui termosifoni, causando corrosione, ossidazione e perdite che andranno a compromettere inevitabilmente l’integrità e l’efficienza di tutto l’impianto di riscaldamento.

Il lavaggio del sistema serve proprio ad evitare e prevenire l’insorgere di queste problematiche, che spesso conducono alla sostituzione della caldaia e dei caloriferi.

La pulizia viene eseguito attraverso l’inserimento di una pompa idraulica all’interno dell’impianto, che permetterà la rimozione delle incrostazioni presenti senza danneggiare il sistema stesso.

Il processo di pulizia termina con la rimozione della vecchia acqua e l’inserimento di quella nuova.

Inoltre, attraverso la normativa UNI 8065 del 2019, che sostituisce la prima versione del 1989, il lavaggio ed il risanamento degli impianti di climatizzazione invernali ed estivi diventa obbligatorio nei seguenti casi:

  •  Realizzazione di un nuovo impianto
  •  Ristrutturazione di un edificio
  •  Sostituzione della caldaia
  •  Passaggio da una caldaia tradizionale ad una a condensazione

Nei casi appena osservati, il lavaggio dell’impianto termico e obbligatorio per legge, come da DPR 59/2009 (Regolamento di attuazione dell’articolo 4, comma 1, lettere a) e b), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, concernente attuazione della direttiva 2002/91/CE sul rendimento energetico in edilizia) entrato in vigore il 25 giugno 2009.

Esistono poi casi in cui la pulizia dell’impianto non è obbligatoria ma assolutamente consigliabile:

  • In presenza di stanze più fredde rispetto ad altre
  • Quando l’impianto impiega parecchio tempo per riscaldarsi
  • In presenza di termosifoni freddi
  • Se la caldaia è troppo rumorosa o va spesso in blocco

La normativa UNI 8065 ha come oggetto la definizione e la determinazione dei diversi parametri chimici e fisici che caratterizzano le acque impiegate negli impianti di riscaldamento, la produzione di acqua calda sanitaria fino a 110°C e per gli impianti solari a scopo termico.

Gli aggiornamenti normativi prevedono la descrizione dei trattamenti, i punti di intervento e le caratteristiche delle acque destinate agli scopi appena osservati.

Vantaggi derivati dal lavaggio dell’impianto

Attraverso la pulizia del sistema di riscaldamento sarà possibile ottenere diversi benefici:

  • Risolti i problemi di corrosione
  • Eliminazione di sporcizia all’interno dell’impianto, come alghe e residui di calcare
  • Maggiore efficienza dell’impianto, che determinerà un notevole risparmio energetico

A chi affidarsi

Per la pulizia dell’impianto di riscaldamento è possibile rivolgersi ai professionisti di CASAMIA CALDAIE , azienda che offre servizi di vendita, installazione, assistenza e manutenzione di caldaie a gas, centrali termiche, scaldabagni, impianti di riscaldamento ed energie rinnovabili.

Leader nel Lazio per numero di installazione ed interventi di assistenza, CASAMIA CALDAIE assicura un servizio professionale, preciso e competente, in grado soddisfare qualsiasi esigenza dei clienti.

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La nuova Legge di Bilancio 2022 (Legge 30 dicembre 2021, n.234), pubblicata in Gazzetta Ufficiale ed entrata ufficialmente in vigore a partire dal primo gennaio 2022, ha introdotto diverse novità ed alcune proroghe per i diversi bonus previsti dal Governo.

I bonus per l’acquisto e l’installazione di una nuova caldaia vengono prorogati fino al 2024, continuando a garantire detrazioni fiscali del 65%, 50% e 110%.

Restano invariate anche le opzioni che conducono allo sconto in fattura ed alla cessione del credito.

Bonus caldaia 65%

L’ecobonus per il risparmio energetico prevede una detrazione Irpef pari al 65% della spesa complessiva (a fronte di una spesa massima di 30 mila euro), ma per accedervi bisognerà installare non solo una caldaia a condensazione di classe A, ma anche dei sistemi di termoregolazioni evoluti, oppure delle valvole termostatiche. L’obiettivo è infatti ottimizzare il risparmio energetico installando dei sistemi per la termoregolazione, in grado di abbattere gli sprechi legati al riscaldamento degli ambienti.

Questi sistemi servono per la gestione della temperatura e sono fondamentali per un uso corretto della caldaia e devono appartenere alla classe V (termostato che varia la temperatura dell’acqua in relazione a quella dell’ambiente), classe VI (centralina di termoregolazione e sensore ambientale che modifica la temperatura dell’acqua a seconda della temperatura esterna ed interna), o classe VIII (diversi sensori controllano la temperatura ambientale).

Le detrazioni fiscali non sono previste in caso di passaggio da impianto centralizzato ad autonomo o individuale.

Bonus ristrutturazione 50%

Acquistando soltanto una caldaia a condensazione di classe A, quindi senza alcun sistema di termoregolazione, si potrà comunque usufruire di una detrazione del 50%, sfruttando il bonus ristrutturazioni.

Il bonus ristrutturazione prevede infatti una detrazione del 50% per chiunque effettui lavori di recupero del patrimonio edilizio e che per questo applica uno sconto sull’Irpef per le spese legate ad una nuova caldaia, considerata come parte integrante della manutenzione della casa.

In questo caso, il massimale di spesa sale fino a 96mila euro.

Superbonus 110%

Il Superbonus 110% è un’agevolazione prevista dal Decreto Rilancio che eleva al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute per specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi antisismici, di installazione di impianti fotovoltaici o delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.

I cosiddetti interventi trainanti danno accesso al bonus e sono imprescindibili (isolamento termico sugli involucri, sostituzione di impianti di climatizzazione invernale sulle parti comuni, interventi antisismici)

I lavori trainanti sbloccano gli interventi trainati, lavorazioni che possono rientrare nel Superbonus soltanto se realizzati contestualmente a quelli trainanti (lavori di efficientamento energetico, installazione di pannelli fotovoltaici, infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici).

La sostituzione della caldaia rientra tra gli interventi trainati previsti dal Superbonus 110%, e per accedervi bisognerà ovviamente realizzare almeno uno tra gli interventi trainanti che daranno diritto al bonus.

Tutti gli interventi citati devono prevedere un miglioramento di almeno due classi energetiche, e questo vale anche per la sostituzione della caldaia.

La Pratica Enea

Ricordiamo che per sfruttare il Bonus Caldaie sarà necessario inviare la documentazione all’ENEA con la documentazione descrittiva degli interventi di riqualificazione energetica eseguiti. La documentazione dovrà essere inviata entro e non oltre i 90 giorni dalla fine dei lavori. 

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